Quotes and Thoughts: Il caffè dei piccoli miracoli

Quotes and Thoughts: Il caffè dei piccoli miracoli
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Quotes and Thoughts… n.1

Oggi vi parlerò de Il caffè dei piccoli miracoli e di tutte le frasi che mi hanno colpito maggiormente o che mi hanno fatto riflettere.
Intanto vi allego il link alla recensione del libro: https://booksroom.altervista.org/il-caffe-dei-piccoli-miracoli/

Buona lettura!


Belli o Brutti?

Per fortuna il professore Beauchamps non era bello. Nelly Delacourt, infatti, diffidava profondamente degli uomini belli. In genere erano molto presi da se stessi e avevano poco cervello, perché la vita gli aveva reso le cose troppo facili.

Temo che Nelly abbia fatto di tutta l’erba un fascio e questa sua partita presa potrebbe portarla a discriminare proprio il principe azzurro!


Segni

Il lato positivo del credere ai segni è che ci offrono un punto di riferimento per orientarci sulla confusa carta geografica della vita. Il lato negativo del credere ai segni è che ci mettono di fronte alle nostre mancanze, e puntualmente proprio quando non siamo in grado di cogliere il messaggio con cui ci indicano la strada.

Voi ci credete? Io si, e devo dire che come Nelly, penso che talvolta ci aiutino davvero ad orientarci. Soprattutto quando ci sentiamo persi. Magari non sono segni, magari non esiste nessuna forza superiore che ce li manda, magari sono solo coincidenze. Ma soprattutto quando ci sentiamo smarriti, è bello credere che quell’oggetto, quella persona, quel numero, ti sia stato mandato per darti un indizio, no?


E perché no?

Nelly afferrò il fazzoletto e annuì. Ci sono momenti nella vita in cui è logico lasciarsi consolare da un gentile musicista di strada.

Questo passaggio mi ha fatto sorridere un sacco. Nelly era presentata come una “gatta morta” -passatemi il termine-, una tutta per bene, brava, timida, coscienziosa. Non ce la facevo a socializzare sportivamente con chicchessia! È stata una scena molto simpatica!


Fisime mentali ne abbiamo?

Da che ricordava, Nelly aveva sempre avuto paura. Paura che dietro le tende si nascondesse qualcuno pronto a farle del male, paura del buio, paura quando qualcuno ritardava, paura di essere abbandonata, paura di sbagliare un compito, paura dei ladri, paura di rimanere bloccata in ascensore, paura di aprire troppo il proprio cuore, paura di restare senza soldi, paura quando il telefono squillava in piena notte, paura che qualcuno si ammalasse all’improvviso, paura che un’onda gigantesca risucchiasse qualcuno, paura che succedesse qualcosa di brutto.

E va bene così! 😀 Ho fatto una fatica assurda a leggermi questa parte ahaha

Io pensavo di essere una palla al piede, voglio dire, mi fanno paura tantissime cose -anche stupide- ma Nelly mi batte a mani legate! È forse anche per questo che all’inizio pensavo che fosse un personaggio un poco amorfo, sembrava veramente noiosa! Invece poi…beh, mi è piaciuta tanto!


Perle filosofiche…

Dov’era l’uomo, se era contemporaneamente in più posti diversi? L’identità del qui, inteso come spazio reale, si disgregava, e il luogo geografico veniva soppiantato dal tempo e dalla velocità con cui si attraversava lo spazio. Dato però che nel tempo e nella velocità non può esistere localizzazione, questo processo aveva portato inevitabilmente al disorientamento, all’alienazione e alla deterritorializzazione. Da attore l’uomo era diventato teleattore, non si spostava più servendosi di un mezzo di trasporto fisico, come per esempio l’aereo, ma di un corpo virtuale, all’interno del quale si spostava senza muoversi. Un viaggiatore senza viaggio, un passeggero senza passaggio.
E in tutto ciò l’aspetto davvero sorprendente era questo: più il rapporto spazio-tempo, in cui da secoli l’uomo aveva trovato il proprio spazio vitale, deviava in favore del tempo, più il mondo intorno all’uomo accelerava, più l’uomo diventava statico. La velocità mobile era una velocità immobile che si traduceva in passività e inerzia: si inviavano mail in America in tempo reale restando seduti davanti a un computer anziché parlare con il vicino di casa che viveva in fondo alla strada.

Se si riesce a seguire il filo logico e a non perdersi, devo dire che questa della Dromologia è una teoria davvero affascinante. Nelly si vanta di essere una che, in un mondo di persone in corsa, fa le cose con calma. E io la invidio per questo. Perché tutti corriamo di qua e di là e secondo me ci perdiamo tante piccole cose come appunto, il piacere di prepararsi un buon caffè al mattino.


Cuori spezzati.

Il viso affranto di Nelly le faceva male al cuore. Tanto più che la disperazione della cugina era totalmente superflua, addirittura assurda. Jeanne bevve un sorso di tè e posò la tazza con decisione.
“Vuoi che ti dica la verità?”
“No.” Nelly non voleva sentire nessuna verità.
“La verità è che ti sei fissata e hai fatto tutto da sola.”

Ecco si. Questo è stato l’apice della mia avversione verso Nelly. La sua platonica storia d’amore con il professore mi sembrava quella di una ragazzina. Per fortuna che, come ho scritto anche nella recensione, poi si sveglia 😉


Giovani Italiani.

“Oplà!” esclamò sorpreso afferrando la giovane sconosciuta, ed ebbe la prontezza di riflessi di sorreggerla prima che cadesse a terra come la sua borsa rossa.
Uno sguardo malizioso negli occhi scuri, un sorriso divertito che evidenziò i denti bianchissimi, un compiaciuto “Che bella signorina!”, e Nelly inquadrò il tipo: il classico sbruffone italiano.

[…]

“You call me, okay?” le gridò dietro Valentino mentre si allontanava in direzione della Piazzetta.
“Aspetta e spera,” mormorò sottovoce Nelly.

Rido sempre come una pazza quando leggo -o vedo- scene in cui autori stranieri parlano di noi italiani! Non so perché, in questo caso perché su, diciamocelo… i nostri ragazzi, se belli e soprattutto se consapevoli di esserlo, possono essere un pochino sbruffoni. Ma non tanto da meritarsi il disprezzo di Nelly! In più, ricordando il film the Holiday, mi viene da pensare che come diceva il buon vecchio Arthur Abbot, quello tra Valentino e Nelly è stato un bell’incontro.


Ogni viaggio ha la sua meta.

Ogni viaggio aveva il suo motivo, ma una volta giunti a destinazione le cose potevano cambiare. Poteva anche capitare che lo scopo originario del viaggio acquistasse un significato completamente diverso. Era proprio quello l’aspetto elettrizzante dei viaggi: non si sa mai quello che può succedere.

E voi cosa ne pensate? Io sono completamente d’accordo con Valentino. Dalle volte si parte perché si cerca una cosa e invece se ne trova una completamente differente, ma che può essere migliore.


Giacomo Sartoni insegna…

Il tempo non si ferma mai, signorina Eleonora. Solo i ricordi. Quelli restano nostri per sempre.


Saggia verità!

Fu un gran peccato che Nelly non avesse sentito come terminava la frase di Valentino. Quanti grandi e piccoli malintesi dolorosi di questo mondo si dissolverebbero nel nulla se fosse sempre possibile ascoltare fino in fondo e conoscere tutta la verità?

Ohhh! Ditemi che non sono l’unica che quando legge un libro o guarda un film comincia ad urlare verso i protagonisti cose come “nooo, non farlo, dovete solo parlare!!”

Credo che i malintesi siano il peggior nemico delle storie d’amore, molto più di una strega cattiva.


Allora carissimi lettori, fatemi sapere se anche voi come me avete apprezzato questa lettura e se concordate con me per quanto riguarda questi pochi pensieri! 🙂

Baci,
G.

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