Charlotte Brontë e Jane Eyre.

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Charlotte Brontë

Oggi io e S. ci scambiamo postazione. Dopo aver letto Jane Eyre mi sembrava giusto dedicare un articolo alla sua creatrice: Charlotte Brontë.

Come ben sapete (perché avete letto la recensione di Jane Eyre, e se non lo sapete, ve lo dico adesso), ho una cultura classica piuttosto scadente, che però sto tentato di recuperare. Amo i romance e amo le eroine che riescono a sopravvivere alle avversità della vita e ad ottenere il loro lieto fine. Credo che anche la Brontë, come Jane, sia un’eroina di questo genere.

Recensione al libro.

Quotes and Thoughts parte 1.

Quotes and Thoughts parte 2.

Movie VS Book.

Vita.

Charlotte nasce a Thornton, nello Yorkshire (Inghilterra), il 21 aprile 1816. Suo padre era un pastore protestante, un uomo che non aveva nulla, autodidatta, che nonostante questo è riuscito ad accedere all’università di Cambridge. Sua madre invece proveniva da una ricca e nobile famiglia. Dopo alcuni problemi familiari si trasferì nello Yorkshire dove appunto incontrò il futuro marito.

Già qui, in queste poche righe, possiamo vedere la trasposizione di Charlotte in Jane. Anche la piccola orfana che cresceva a Gateshead aveva madre nobile e padre pastore e povero. Molti dettagli della vita della Brontë, infatti, sono stati riportati dalla stessa nel suo famosissimo romanzo.

Charlotte è la terza di sei figli, di cui ricordiamo le altrettanto famose Anne e Emily, autrici di romanzi divenuti classici della letteratura inglese, come Cime Tempestose.

Altro fattore autobiografico in Jane Eyre è la scuola ecclesiastica. In realtà, Lowood era un istituto di carità, ma non cambiano i fatti che vi avvennero. In entrambe le storie infatti, le scarse condizioni igieniche e il vitto inadeguato, causarono la diffusione di malattie che portarono via alla Brontë le sorelle maggiori di undici e dieci anni, trasposte, secondo la mia opinione, nella persona di Helen, unica amica di Jane a Lowood. Inoltre, Charlotte si ispirò al reverendo William Carus-Wilson, preside del collegio, per il personaggio del signor Brocklehurst.

 Il gioco dei soldatini.

Tra il 1826 e il 1829, si nota la prima attività letteraria che venne iniziata insieme alle sorelle Emily e Anne e al fratello Branwell, al quale il Reverendo aveva donato una scatola di soldatini: i bambini crearono delle avventure fantastiche attorno a quelle figurine che vennero trascritte da loro stessi su minuscoli pezzetti di carta che minuziosamente cuciti a mano, formavano dei piccoli libri non più grandi di un francobollo. Charlotte e il fratello crearono la Glass Town Saga mentre Emily ed Anne inventarono la Gondal Saga.

Nel 1831 Charlotte venne iscritta alla scuola di Miss Wooler di Roe Head dove incontrò la sua amica di lettere Ellen Nussey e ottenne ottimi risultati; qui ricevette un posto come insegnante nel 1835 ma prima tornò a casa nel 1832 dove contribuì alla stesura di altri capitoli del gioco letterario iniziato con le sorelle e il fratello. Questa attività familiare la tenne occupata fino all’età di ventitré anni.

Altro fattore che accomuna Charlotte a Jane è proprio il mestiere. Per alcuni anni, infatti, la Brontë svolse la professione di istitutrice presso alcune famiglie benestanti, senza mai trovare però una posizione soddisfacente. In una lettera indirizzata alla sorella Emily e datata 1839, Charlotte annota che “un’istitutrice privata non ha un’esistenza”, tematica questa che sarà da lei ampiamente ripresa e sviluppata nelle opere letterarie.

Amore e carriera.

Durante un viaggio di studi in Francia, si innamorò del suo professore, che tuttavia non ricambiò i suoi sentimenti essendo per altro già sposato. Pare che la delusione per questo amore non corrisposto non fu mai veramente superata.

Al ritorno in Inghilterra, Charlotte si dedicò al progetto letterario con le sorelle. Jane Eyre fu pubblicato nel 1847 con lo pseudonimo di Currer Bell.

Ai vostri occhi io non sono né un uomo, né una donna, ma soltanto un autore. Ed è proprio questo il solo principio su cui dovete basare il vostro diritto di giudicarmi, nonché l’unico in base al quale io accetterò il vostro giudizio.

Charlotte Brontë, lettera a un critico.

Nel 1854 sposò il reverendo Nicholls. Purtroppo, morì il 31 marzo 1855, ad Haworth, incinta del primo figlio.

Curiosità.

Da Jane Eyre con furore.

Ovviamente, ho amato moltissimo sia Jane che Rochester. In realtà devo dire che, mentre di Jane ho apprezzato tantissimo il carattere ribelle e coraggioso che possiede, di Rochester ho apprezzato più che altro la sua presenza come personaggio maschile ai fini della trama. Mi spiego meglio: è il personaggio perfetto per Jane e ho amato tantissimo la loro storia d’amore, tuttavia, se mi ritrovassi davanti il signor Rochester probabilmente gli direi “saluti e baci” e arrivederci.

Questo perché è una persona con un carattere veramente fastidioso. Innanzi tutto, salta di palo in frasca. Parlano di una cosa, e ne tira fuori un’altra, per poi tornare a quella prima. Atteggiamento che mi ha procurato non poche difficoltà nel seguire i suoi ragionamenti. Poi, ha sbalzi d’umore assurdi: un minuto prima è dolce e gentile e quello dopo s’infuria di brutto. Insomma, io personalmente non avrei il carattere adatto per una personalità come la sua. Ciononostante, ripeto che ho amato veramente tanto la storia d’amore tra i due.

Altri personaggi secondari che mi sono piaciuti!

Quelle volte in cui Bessie era gentile con me, allora la vedevo come la persona più cortese, la più bella, la migliore del mondo, e desideravo con tutta me stessa che si comportasse sempre in modo così amorevole, invece di respingermi, di sgridarmi, di punirmi senza ragione, come faceva spesso.

La signora Fairfax era esattamente come me l’ero immaginata, solo un po’ meno austera e più dolce.

Mi era più cara di quanto non lo fosse mai stata, e mi sentivo come se non potessi lasciarla andare.

E poi ancora, ho apprezzato moltissimo il ricordo che Jane ha tenuto di Helen.

La tomba di Helen è nel cimitero di Brocklehurst. Per quindici anni dopo la sua morte è rimasta coperta da un tappeto d’erba. Ora in quel punto c’è una lapide di marmo grigio, con il suo nome inciso sopra, e la parola RESURGAM.

The End.

Direi che mi sono già dilungata a sufficienza, che ne dite? 😂😂

Per cui, vi lascio con un bacione! A presto, G.

Ps, molte info sulla vita di Charlotte sono state prese da Wikipedia mentre su questa pagina del Corriere potrete trovare altri approfondimenti più o meno noti!

 

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