Storie bizzarre di vita quotidiana

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Ebbene sì,  perché dopo “Storie d’ordinaria sfiga” io sono anche costantemente sottoposta a bizzarri eventi che rasentano il comico. Si tratta di brevi sketch che mi fanno sentire molto Neville Paciok quando esclama “Perché sempre a me?”.

In questo caso il titolo della disavventura potrebbe essere “Riflessi pronti in caso di morte”.

Ero a lavoro, un giorno infrasettimanale. Siamo a Febbraio, nel bel mezzo della stagione più morta della morte stessa, quindi capirete bene il mio desiderio di sedermi in un panchetto a leggere considerato che non si vedeva un cristiano nemmeno a denudarsi in piazza. Insomma, io me ne sto serena e beata a sedere dietro al bancone con il mio “Signora della Mezanotte“. Sono arrivata allo scontro finale, Ty è stato ferito e ci sono vetri che esplodono, sangue, urla, magia nera e rune angeliche. Diciamo che sono molto presa dalla battaglia dunque. Sto in crisi, perché a questo punto del libro qualcuno deve morire. La Clare ammazza sempre qualcuno. 

Sono totalmente presa, immersa dentro le mura dell’istituto di Los Angeles quando con la coda dell’occhio vedo un’ombra entrare in negozio e, credendolo un cliente, alzò gli occhi nello stesso istante in cui lui, puntandomi una pistola contro (sì, una pistola, non tornate indietro a rileggere, avete capito bene) esclama: “È giunto il tuo momento!”

Istanti di silenzio.

Una frazione di secondo dopo io, che come sempre ho i riflessi di un bradipo sotto un rullo compressore  (Cit. Il mio vecchio prof. di scienza delle costruzioni), rispondo con un perplesso e sereno “Oh, Maria”.

Non un urlo, non uno spavento, non una preghiera. No, ora so che se la morte dovesse cogliermi di sorpresa invocherei il nome della Santissima e via. Se vedemo su, cara. O giù,  più probabile.

Anyway. Il presunto assassino dopo la mia esclamazione di puro terrore è scappato, per poi apparire nuovamente poco dopo, ridendo come un matto ed esclamando “Ti avevo scambiata per un’altra”. Ok, pollice alzato per il carissimo. Sei stato molto simpatico. Che poi voglio dire, sto in negozio dieci ore al giorno, sei giorni su sette. Per chi mi aveva scambiata?

Piccolo chiarimento: Solo un paio d’ore dopo ho scoperto che nella piazza opposta a quella dove lavoro stavano girando un film poliziesco anni 70 e ovviamente la pistola era finta.

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