Il Piccolo Principe -Antoine de Saint-Exupéry

Il Piccolo Principe -Antoine de Saint-Exupéry
Il Piccolo Principe con la rosa e la volpe
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Buonasera a tutti voi!

Dopo essermi presentata con un libro di paura vera, eccomi qui, con un romanzo totalmente diverso, da ogni punto di vista: trama, significato, età e lunghezza.

Alzi la mano chi non ha mai letto, almeno una volta, “Il piccolo principe”! Ecco, allora, tu che non l’hai alzata, fa un favore a te stesso e corri a recuperarlo: costa veramente pochi spiccioli! Inoltre, con tutta probabilità, lo finirai in poche ore. È molto breve e soprattutto, ci sono molti disegni all’interno.

“Ma non è un libro per bambini?”
No! O meglio, è un libro per tutti, perché a qualsiasi età tu lo legga, ne coglierai significati diversi.

La mia storia

La prima volta che ho incontrato il Piccolo Principe ero addirittura alle elementari. Ho avuto una grandissima maestra che mi ha indirizzata alla lettura da subito e, infatti, da bambina leggevo moltissimo, grazie a lei! Tornando all’argomento principale, rimasi estasiata dalla storia di questo Piccolo Principe, dal modo in cui la maestra ci spiegava i vari capitoli; quindi, una volta terminate le elementari, il libro non finì in un cassetto o in uno scatolone come gli altri.
Nel corso della mia vita (al momento ho… gli anni che ho -questa la capirà solo chi ha visto Boris) l’ho ripreso più volte, credo che sia il libro che io ho letto di più, se si esclude “Harry Potter e il Calice di fuoco”, che conta circa 17 riletture! Eheh, no, non ero fissata per niente.

Ho convinto anche mia mamma a leggerlo, cosa che non aveva mai fatto prima e mi ha detto una cosa strana: “Tesoro, molto poetico, ma io non l’ho capito”.
Non l’ho capito. Queste parole mi colpirono molto, quando le sentii. Come si poteva non comprenderlo? Eppure è così chiaro. E poi l’illuminazione. Ma… ve la rivelerò dopo avervi spiegato un po’ di trama.

Mi disegni una pecora?

Ok, risulta una domanda criptica per chi non conosce la storia… Fatemi iniziare, vi prego, vi giuro che non sono pazza.

Scritto da Antoine de Saint-Exupéry nel 1943, Il Piccolo Principe narra le vicende di un aviatore che precipita nel bel mezzo del Sahara, rimanendo illeso ma con l’aereo da riparare e una limitata scorta d’acqua. Mentre è lì a disperarsi un po’ e a tentare di aggiustare il suo mezzo, ecco che sente una vocina chiedergli: “Mi disegni una pecora?”. E, con sua enorme sorpresa, scorge un bambino, che continua a pretendere la sua pecora. L’aviatore prova a disegnarne alcune, ma nessuna lo soddisfa, perché non è assolutamente bravo come artista. Alla fine, però, gli porge un disegno: è una scatola, con dei buchi. La pecora ne è all’interno. Il bambino è felice perché così anche la pecora ha una casa, anche se non la vede. Perché, vedete, una delle lezioni di questo romanzo è che non si vede bene che col cuore: l’essenziale è invisibile agli occhi.

La pecora!

Da questa vicenda, i due stringono una strana e sincera amicizia. L’adulto sistema l’aereo mentre ascolta i racconti di quello strano bambino. Dice di venire da un pianeta piccolissimo, dove c’è spazio solo per lui, la sua casetta, la sua nuova pecora e una rosa di cui lui si prende moltissima cura.

Il viaggio del Piccolo Principe

Il libro poi si suddivide in vari capitoli, ognuno dei quali ha per protagonista il piccolo principe che incontra vari personaggi, più o meno bizzarri, nel corso del suo viaggio.

Scopriamo che la pecora gli serve per mangiare gli arbusti dei baobab: giustamente, vivendo su un asteroide, non può permettersi la crescita di alberi giganteschi.

Il Piccolo Principe (verrà sempre nominato così dal protagonista) narra di tutti i personaggi che ha incontrato, tra cui ricordo bene il Re che è triste perché non ha sudditi; un ubriaco che continua a bere per dimenticare la vergogna di essere un ubriacone; un contabile che passa le giornate a contare (ma va?) tutte le stelle che dice di possedere, a differenza del Re. Il Re vi governa, ma il vero proprietario è lui. Incontra anche un geografo che gli consiglia di visitare la Terra ed è per questo che lui si trova lì
Durante il suo pellegrinaggio sulla terra troverà un bellissimo giardino di rose, tutte uguali alla sua:
questo lo deluderà molto, perché credeva che la sua rosa fosse unica. Capirà in seguito, grazie alla volpe, che quei fiori sono uguali solo esteticamente a lei: è il tempo che lui ci ha trascorso insieme per curarla, per darle da bere, a parlarle che l’ha resa speciale e unica. La sua rosa gli manca molto, anche se è molto vanitosa.

La volpe

Ho citato la volpe, forse la parte che preferisco. La volpe è un animale selvatico e non si affeziona subito a lui, anzi: è molto sospettosa e il Piccolo Principe non capisce perché. L’incontro con l’animale è il mio preferito, perché parla di amicizia, di come vada coltivata e sempre riempita di attenzioni. L’uomo non ha più amici, perché è ormai abituato ad avere tutto pronto, a comprare le cose già fatte dai mercanti, mentre invece non esistono i mercanti di amici. Per cui, l’uomo è solo. Ragazzi, tutto ciò nel 1943: pensate a come era moderno e come sia ancora attuale!

Quando lui le chiede di giocare, perché si sente solo, lei rifiuta, perché non addomesticata. “Che vuol dire addomesticata?” e allora lei gli spiega che è una cosa dimenticata da tempo, un qualcosa che significa creare dei legami con qualcuno. Lui si entusiasma e decide di addomesticarla, ma lei lo mette in guardia: non sarà una cosa rapida.

Direttamente dal libro
La volpe addomesticata

In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un pò più vicino…” Il Piccolo Principe tornò l’indomani, ma la volpe si arrabbio e disse che sarebbe stato meglio tornare alla stessa ora: ”Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi…” spiegando così il significato dell’attesa e della felicità.
E non è proprio ciò che si prova quando si inizia una nuova amicizia o si attende una persona a cui vogliamo molto bene?
Adoro questo pezzo. Ed è proprio la volpe a insegnarli la lezione del “non si vede bene che col cuore”, al momento della separazione.

Il ritorno a casa

Durante il suo viaggio, il Piccolo Principe aveva incontrato un serpente, che ritroverà nel deserto: sarà lui a ricordargli che può farlo tornare a casa. Il bambino si rende conto di quanto gli manchi la sua casa e decide che è l’ora di farlo… e così si lascia mordere dal serpente, durante la notte. Quando l’aviatore si sveglia, non trova più il corpo e capisce che lui è tornato a casa. 

Il serpente

Cari lettori, non mi sono nemmeno addentrata del tutto nei significati che ci sono nella storia! Ma mi dilungherei veramente troppo. Io vi consiglio di leggerlo subito, perché prima si legge, più facilmente si comprenderà, in quanto, se è tutto molto logico per un bambino, più si invecchia e meno chiaro diventa. Ecco perché mia mamma non lo ha compreso. Come dice il Piccolo Principe stesso: Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre eternamente costretti a spiegar loro le cose“.

Con questa chiudo. Probabilmente, in futuro, farò un Quotes and Thoughts a riguardo. Grazie per avermi letta!
Un abbraccio, S.

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