Charles M. Shulz, uno dei miei idoli.

Charles M. Shulz, uno dei miei idoli.
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Ciao a voi, cari lettori.

Fino ad ora vi ho parlato delle mie passioni e di alcuni autori che amo, come King e la Rowling. Stasera vi rivelerò un nuovo dettaglio su di me: sono una grandissima appassionata delle strisce dei Peanuts! E ormai è molto tempo che fanno parte della mia vita, mi sembra di ricordare che fossero i primi anni duemila. In edicola si trovavano dei volumetti in allegato con un quotidiano, non ricordo quale. Mia mamma, che già li conosceva, provò a prendermene uno. Grazie a lei, quindi, questi eterni bambini mi fanno ancora compagnia.

Per quei pochi che non lo sanno, i Peanuts sono Charlie Brown, Snoopy e tutta la banda. Vi parlerò sicuramente di loro a breve ma, come di consueto, prima di scrivere un articolo su qualcosa di così importante per me, vi racconto qualcosa sul loro papà.

E allora, cominciamo!

La vita

Shulz

Nato a Minneapolis nel 1922 e cresciuto a Saint Paul; il padre, Carl Shulz, era tedesco, mentre la madre, Dena Halverson, era norvegese. Al terzo giorno di vita, lo zio gli attribuì il soprannome Sparky, abbreviazione di Sparkplug, il cavallo di “Barney Google”, striscia allora popolarissima (da noi, Barnabò Goggoloni o Bertoldo Scalzapolli). Questo nomignolo gli rimase attaccato per tutta la vita, tanto che i primi lavori li firmò proprio come Sparky.

Molto bravo a scuola, eccelleva soprattutto nelle materie artistiche (ma va?); ama leggere le strisce a fumetti e sognava di pubblicarne lui, un giorno. All’età di 13 anni gli venne regalato un cane bianco e nero di cui lui creò molti disegni. I buffi ritratti di Spike, il cane di Shulz, erano un prototipo dello Snoopy che tutti noi conosciamo.

Ereditò dal lato norvegese della madre un umorismo molto macabro e fatalista mentre il padre era un tipo che condannava l’ambizione, l’aspirazione all’eccellenza. Stare nel mezzo, senza particolari talenti e senza puntare troppo in alto: ecco il motto degli Shulz.

Dopo la perdita della madre, nel 1943, venne spedito in Francia (Seconda Guerra Mondiale) e, al ritorno, diventò un insegnante alla Art Instruction School, una scuola d’arte per corrispondenza. Nel frattempo, si convinse ad inviare numerosi disegni, fino a che alcune sue strisce vennero finalmente pubblicate dal giornale locale.

La nascita dei Peanuts

Una delle prime versioni di Charlie Brown

Euforico dall’essere stato pubblicato, inviò all’United Feature Syndacate di New York il meglio della sua produzione, che venne subito accettato. Partì allora per la Grande Mela per consegnare i suoi lavori che verranno chiamati Peanuts dal suo editore. In inglese, questo termine significa “noccioline”. L’editore pensò fosse una buona idea, perché le strisce venivano consumate e gustate velocemente.

Il debutto ufficiale dei Peanuts avvenne il 2 ottobre del 1950, non proprio ieri, quindi! Il fumetto divenne uno tra i più importanti e popolari nel mondo in poco tempo. Fu pubblicato in 67 paesi diversi! Senza contare poi cartoni animati, raccolte di fumetti, gadget e giocattoli…

E la fama dei piccoli Charlie Brown & company è viva ancora oggi, a distanza di molti decenni. Questi bambini divennero un fenomeno di culto: addirittura attirarono l’attenzione di Umberto Eco, che più volte ne parlò. Quest’ultimo, infatti, disse:

Salinger è datato, Schulz non è datato. Il vero poeta rimane Schulz.

Le strisce continuarono ad essere pubblicate continuamente, fino alla morte di Shulz, nel Febbraio del 2000. Nessuno ha più provato a dargli un seguito, a continuare a disegnarli e via dicendo, proprio perché lui lo proibì. 

Cari amici,
ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi cinquant’anni. È stata la realizzazione del sogno che avevo fin da bambino. Purtroppo, però, ora non sono più in grado di mantenere il ritmo di lavoro richiesto da una striscia quotidiana. La mia famiglia non desidera che i Peanuts siano disegnati da qualcun altro, quindi annuncio il mio ritiro dall’attività. Sono grato per la lealtà dei miei collaboratori e per la meravigliosa amicizia e l’affetto espressi dai lettori della mia “striscia” in tutti questi anni. Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy… non potrò mai dimenticarli…

Ammetto che ci rimasi male, quando lessi la vignetta con questa frase scritta sopra. Ero abbastanza piccola e avrei voluto che niente finisse mai. Adesso, dall’alto della mia età, posso dirmi contenta. Penso che nessun altro avrebbe potuto gestire i Peanuts come il loro creatore!

Alcune curiosità!

  • Nonostante Shulz fosse appassionato di fumetti, in casa sua (durante l’infanzia) non vi era traccia di quelli, né di libri, né di film o musica! Mamma mia!
  • Come già ho scritto, “Peanuts” significa “noccioline” ma, in gergo, anche “sciocchezze” o “quisquilie”. Shulz, comunque, non apprezzò mai questo nome per le sue strisce!
  • Nessuno, oltre Charles Shulz, ha lavorato alle vignette. Ha sempre disegnato, scritto e inchiostrato da solo. E sono più di 17.000!
  • Il suo posto preferito di quando era piccolo era il negozio da barbiere del padre, proprio come il suo Charlie Brown.
  • La “ragazzina dai capelli rossi”, cotta segreta di Charlie Brown, è ispirata alla prima fiamma di Shulz, amore mai corrisposto.
  • Alle superiori gli furono rifiutati dei disegni da pubblicare sull’annuario della scuola. Sessanta anni dopo, nell’atrio della stessa scuola è stata posta una statua alta un metro e ottanta che raffigura Snoopy.
  • Il nome Snoopy venne assegnato per assecondare il desiderio di sua madre malata, sul letto di morte. Lei disse che, se avessero avuto un altro cane, lo avrebbero dovuto chiamare Snupi.
  • Shulz conobbe ben tre persone di nome Charlie Brown. Una di esse era un uomo con problemi psichici e alcolista, che tentò il suicidio svariate volte, fallendo miseramente. Ad esempio, provò ad impiccarsi e si spezzò la fune, in vero stile Charlie!
  • Shulz aveva molto in comune con Charlie Brown. Anche Shulz era molto timido e insicuro, tanto da passare l’intera vita a pensare di valere poco e di essere un peso per tutti.

Io e Shulz

Che dire? Ovviamente non ho mai conosciuto quest’uomo, ma per me è come un parente. Forse perché anche i Peanuts sono una sorta di mia famiglia, mi hanno sostenuta anche durante un periodo difficile. Quindi sono grata a questo autore per aver creato qualcosa di così importante per me. E anche a mia madre, che mi ha fatto scoprire il mondo di Snoopy.

Prossimamente credo vi parlerò in maniera approfondita di quest’opera, perché c’è moltissimo di cui parlare, da approfondire, da studiare… Sembrano piccoli, ma dietro c’è un mondo intero che non vedo l’ora di condividere con voi!

Buonanotte, lettori. Spero di avervi intrattenuti. Se avete consigli, sono sempre qua ad ascoltare o meglio, a leggere!

Saluti, S.

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