Vero Amore – Desirè Gambera

Vero Amore – Desirè Gambera
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Recensione Vero Amore.

Ben ritrovati, carissimi amici, oggi voglio parlarvi di un’autrice emergente. Il suo nome è Desirè Gambera e il suo romanzo si intitola Vero Amore. Ed è proprio di vero amore che parla. Sapete, quell’amore puro, forte, indissolubile, che riesce a sconfiggere qualunque cosa.

Innanzi tutto, vi allego la pagina Instagram della ragazza, così che potete seguirla ed eventualmente richiederle informazioni in maniera diretta. Inoltre, vi dico che il libro, sia in formato ebook che cartaceo, potete acquistarlo ad un prezzo davvero conveniente, direttamente da Amazon.

Vero Amore.Vero Amore

Vero Amore di Desirè Gambera segue due storyline parallele. Una, contemporanea, che parla di Selene, una giovane ragazza che deve fare i conti con sé stessa. Il destino la mette di fronte ad una scelta davvero difficile: da un lato può avere Yuri, il suo perfetto e amato fidanzato, e la famiglia che ha sempre sognato, dall’altro può rinunciare alla sua personale felicità a favore del successo del ragazzo, il quale ha trovato un importante lavoro a Malta.

L’altra storyline, invece, segue la storia della nonna, Adele. È questa forse la storia principale e anche quella più importante dal punto di vista sociale. Nonna Adele vive la sua gioventù negli anni ’60 e deve vedersela con le difficoltà dell’epoca e con scomode verità che rischiano di compromettere la sua perfetta storia d’amore.

La nonna, che ha avuto l’occasione di incontrare il vero amore ma che ha dovuto lottare duramente per tutto il corso della sua vita, regala alla nipote un fascicolo di documenti. In essi vi è racchiusa gran parte della vita di Adele, il quale desiderio è proprio che la nipote possa scrivervi sopra un romanzo. Selene è inizialmente demotivata dall’idea di tentare la carriera di scrittrice. Tuttavia, volente o nolente, si ritrova a scrivere la storia senza nemmeno rendersene conto.

Un magico racconto di due donne, entrambe forti, a loro modo, che combattono per ciò che conta davvero: l’amore.

Nonna Adele.

Come dicevo prima, la parte che mi è piaciuta di più di questo romanzo d’esordio di Desirè Gambera è proprio la storia della nonna.

Selene è una ragazza decisamente forte, in grado di prendere decisioni molto difficili. Personalmente, non so se sarei in grado di imitarla, e apprezzo moltissimo questo aspetto del personaggio. Tuttavia, rimane più marginale rispetto alla storia di Adele, che invece colpisce l’animo del lettore.

Ho apprezzato moltissimo questo romanzo perché vi ho trovato una forte denuncia della condizione sociale della Sicilia anni ’60. Tre cose mi hanno colpito particolarmente.

Il coraggio di una giovane donna siciliana.

La prima è il coraggio di Adele. Ovviamente non voglio spoilerare nulla perché questo è un passaggio molto importante della storia, ma sono stata particolarmente colpita nel leggere il coraggio di una ragazzina – perché all’epoca Adele era poco più di questo – di fronte alle ingiustizie. Anche oggi leggiamo di crimini indecenti che passano impuniti a causa dell’omertà generale della gente, condizionata dalla paura che persone troppo potenti incutono. Adele non ha paura di sfidare nessuno, lotta per la giustizia, e questo mi è piaciuto moltissimo perché ha reso il suo personaggio veramente moderno.

Ero solo una ragazzina ma era arrivato il momento di decidere chi volevo essere. Se c’era qualcuno che doveva testimoniare, quella ero io. Ero consapevole delle conseguenze che mi attendevano ma non ne avevo paura.

E ancora…

Le donne siciliane non osavano sfidare gli uomini soprattutto se questi erano potenti.

 

Emarginazione.

Le altre due cose che mi hanno colpito in particolar modo sono legate ad un unico tema: quello del manicomio.

Adele, durante la sua giovinezza, conosce Anna, una ragazza simpatica, sorridente, che sembra una come tante. Invece, non appena Adele rivela il nome dell’amica ai genitori, quelli ne rimangono pietrificati. Perché?, mi sono chiesta mentre leggevo. Ebbene, perché la giovane Anna era stata rinchiusa in manicomio e anche se ne era uscita grazie alla nonna, la quale era riuscita a dimostrare che la giovane non aveva alcuna malattia mentale, la gente la emarginava. Ho sentito molto questo tema dell’emarginazione all’interno di Vero Amore, e mi ha colpito profondamente proprio perché Anna non era veramente malata.

La ragazza era stata spedita in manicomio perché si pensava che fosse depressa. Devo dire la verità, qualche anno fa ho avuto dei problemi diciamo di tristezza profonda, perché non era clinicamente depressione, ma siccome stavo male mi sono rivolta ad una psicoterapeuta. Ho risolto i miei problemi, combattuto i miei demoni, e oggi vivo felice e contenta come non mai. Ma all’epoca, si parla di due o tre anni fa, quindi tempi molto recenti, quando comunicai la mia scelta a mio padre lui ne rimase sconvolto. Perché era convinto, come potevano esserlo le persone al tempo di Adele appunto, che queste figure, (psicologi, psichiatri, eccetera) servissero solo ai pazzi.

Quindi la storia di Anna mi ha davvero toccato perché appunto mi sono resa conto che tutt’oggi ci sono persone che in qualche modo “discriminano” i pazienti degli psicologi. E poi Anna era veramente vista come un’appestata, un qualcosa di rovinato, quasi come potesse contagiare altre persone. Quindi ecco, devo dire che già questo è stato un tema sociale forte, almeno dal mio punto di vista.

I manicomi negli anni ’60.

Altre cosa, come dicevo, sempre legata al manicomio è la struttura in sé per sé. L’autrice non scende nei dettagli, ma tra le righe si percepisce la disastrosa condizione in cui i pazienti versavano. La conclusione del libro, che ovviamente non riporto, riassume in pochissime righe il disagio, la frustrazione, la sofferenza e l’impotenza che i pazienti sopportavano ogni giorno.

Soprattutto, la cosa terribile è che in queste strutture vi venivano rinchiuse persone talvolta completamente sane. Oggi giorno, per fortuna le cose sono diverse, ma Desirè è riuscita davvero a commuovermi con la storia di nonna Adele. Per quanto mi sforzi, non riesco a immaginare quali pene e sofferenze potesse provare una persona che era stata rinchiusa in uno di questi manicomi.

L’autrice stessa definisce i manicomi come un “sistema sanitario malsano e crudele a cui i malati erano costretti ad affidarsi. Era poco rispettoso e privava gli uomini della loro dignità.”.

Per finire… ⭐️⭐️⭐️⭐️/5

Concludendo devo dire che questo libro si merita veramente di essere letto.

Ad essere sincera, ho molte domande che mi frullano per la testa; vorrei saperne di più sulla famiglia di Selene e sull’amica d’infanzia di Adele. Ma la scelta di Desirè è stata quella di mantenere un velo di mistero sopra ogni cosa. Anche tutta la storia relativa ai manicomi e alle condizioni sanitarie degli anni ’60, è nascosta tra le righe di questo bellissimo romanzo.

Per cui, cari lettori, vi invito a leggere Vero Amore! Ah, non lasciatevi spaventare dalle tematiche di cui vi ho parlato. La prosa di Desirè è scorrevole e fluida, niente è trattato con eccessiva pesantezza e le riflessioni sulla Sicilia di cinquant’anni fa sono trattate con naturalezza e semplicità.

Buon fine settimana ragazzuoli,
Baci, G.

/ 5
Grazie per aver votato!

4 Comments

  1. Gioia

    Bella recensione, mi hai incuriosito molto ☺

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