Tredici -Jay Asher

Tredici -Jay Asher
Reading Time: 5 minutes
Tredici Book Cover Tredici
Jay Asher
Teen Drama - Thriller Psicologico
Mondadori
2007/2008

Al ritorno da scuola, Clay Jensen trova davanti alla porta di casa un pacchetto indirizzato a suo nome, senza mittente. Dentro al pacchetto ci sono sette audiocassette numerate. Durante l'ascolto, Clay scopre che a registrarle è stata Hannah Baker, la ragazza di cui lui è stato sempre innamorato, suicidatasi poche settimane prima. Hannah ha infatti registrato tredici racconti della propria vita (uno per ogni lato), ognuno dedicato a una singola persona, che lei ritiene responsabile del proprio suicidio.

Ben ritrovati!

Finalmente anche io scrivo la recensione di un libro, visto che ultimamente vi parlo sempre di argomenti esterni alla lettura. Beh, rispetto alle mie socie, leggo molto molto meno e più lentamente, sono una pigra, lo ammetto.

Oggi voglio parlarvi di un libro e di un argomento a cui tengo molto: un anno fa, sulla piattaforma Netflix, vidi la serie Thirteen reasons why, ormai famosissima. Tutti ne parlavano, chi bene, chi male, ed ero molto curiosa. A me, personalmente, è piaciuta, come è piaciuto il libro. I lati negativi sono praticamente gli stessi sia sulla serie che sul romanzo. Vi avverto che, molto probabilmente, ci saranno spoiler.

Trama

Al ritorno da scuola il protagonista Clay Jensen trova un pacco anonimo con il suo nome sopra. Una volta aperto, si scopre che contiene delle audiocassette numerate. Quando le infila nello stereo, quasi gli viene un colpo: la voce registrata è quella di Hannah Baker, la sua compagna di scuola, che si è suicidata due settimane prima. In ogni lato di queste cassette, Hannah parla di una specifica persona che ha agito in modo tale da spingerla a quel fatidico gesto. Chi riceve il pacco è nominato nelle cassette e, una volta terminato l’ascolto, deve spedirle alla persona nominata dopo di lui/lei. In caso di trasgressione delle regole, il contenuto delle registrazioni verrà reso pubblico. 

Clay passa quindi tutta la notte ad ascoltare la voce di Hannah, di cui era innamorato, andando nei luoghi da lei raccontati, immaginando ciò di cui sente parlare, prendendosela con i protagonisti delle cassette. È anche molto preoccupato, perché anche lui è nella lista e quindi teme di aver combinato qualcosa ai danni della sua amica, ma sarà così? Cosa è successo ad Hannah?

Il bullismo

Allora, partiamo subito col dire che questa piaga chiamata bullismo è una cosa orribile, che non dovrebbe esistere ma che, purtroppo, esiste da sempre. Quando ero piccola io, però, potevi venire preso in giro se grasso, se portavi gli occhiali, se avevi i dentoni… Roba da bambini che poi, alle scuole superiori, spariva. Alla peggio, rimanevano due o tre personaggi che ancora ridevano di te, ma tutto qua. Forse sono stata fortunata con le scuole e le classi, ma da noi non ci sono mai stati episodi di bullismo pesante. 

Al giorno d’oggi, con l’esistenza dei social, il bullismo è all’ordine del giorno e porta anche a gesti estremi, come quello raccontato dall’autore di Tredici. Oltre a quello nelle scuole, esiste quello sul web: la persona che lo subisce non ha pace nemmeno a casa, sulla sua pagina Facebook. E spesso, gli autori di questi simpatici scherzi, vengono anche giustificati da chi, invece, dovrebbe punirli. “Sono ragazzi, dai!”. Eh, no, non sono solo ragazzi, perché se un sedicenne si butta dalla finestra a causa dei tuoi “ragazzi”, non puoi giustificarli.

Questo libro parla proprio di bullismo, di come a volte dei piccoli gesti, delle parole, dei dispetti che per noi sono solo un gioco, per qualcuno invece sono piccole gocce che possono far traboccare il loro vaso. L’autore, probabilmente, ha voluto sensibilizzare i giovani su questo argomento, cosa molto nobile ma, secondo me, ci è riuscito a metà. 

Hannah Baker

Allora… lei è la voce narrante delle cassette. Una ragazza di bell’aspetto, intelligente, che si è tolta la vita con un’overdose di farmaci (nella serie, si taglia le vene nella vasca). In ogni lato delle cassette, racconta un episodio che riguarda lei ed un’altra persona e di come questa abbia a che fare con il suo suicidio. Terribile, davvero, ma c’è un grosso però…

Io non sono riuscita ad empatizzare con lei. Né sulla serie, né sul libro. O meglio, ovviamente mi dispiace per lei, perché comunque subisce molte cattiverie. Forse, troppe. Mi sembra abbastanza strano che tutti, in quella scuola, decidano di compiere una cattiveria nei suoi confronti… Ripeto, sono al di fuori della questione, perché non ho mai subito del vero bullismo e nemmeno l’ho visto in prima persona, quindi può darsi che mi sbagli. 

Diciamo che alcuni episodi di cui parla sono davvero gravi, altri invece sono cose che effettivamente capitano quando si è adolescenti, per cui la caduta nel vortice di Hannah mi appare un po’ forzata. Incredibilmente, nonostante sia un personaggio immaginario, mi sento in colpa a scrivere queste cose! 

Due cose mi hanno innervosita della protagonista. La prima? Nomina Clay nelle cassette, lo fa stare in ansia per cosa? Nulla. Lui era l’unico a non averle fatto nulla. Anzi, tra i due stava nascendo qualcosa, ma lei lo ha allontanato in malo modo, per poi prendersela con lui perché non l’aveva capita. Boh? Ok… Povero Clay. 

La seconda è lo stupro, che si svolge diversamente tra serie e libro. Nella serie non si capisce perché lei rimanga nell’idromassaggio con Bryce, dopo averlo visto violentare Jessica da ubriaca. Lei non vuole denunciarlo, non vuole parlarne, ok, ma tu perché rimani lì con lui? Che, tra l’altro, fra tutti, è l’unico a non avere un mezzo rimorso… Nel libro la motivazione c’è, ma è ancora più no-sense: Hannah si sente già nel baratro e ha già mezzo deciso di morire, per cui non oppone resistenza perché vuole toccare il fondo. Non so cosa pensare… Ma a me non ha convinto. 

Il suicidio è davvero il fondo, il non sapere più cosa fare per tirarsi su, lo sprofondare nel nulla. Hannah non ha subito cose molto diverse da un’altra normale adolescente. Lo stupro? Certo, ma è l’ultima goccia, tra l’altro quasi voluta da lei per toccare il fondo, quindi non riesco a essere tenera con lei. Non chiede mai davvero aiuto. Perché non parlarne con i genitori? Perché allontanare Clay, l’unico che è sempre stato carino con lei? 

In conclusione…

Non ho molto altro da aggiungere. In primis, la serie mi è piaciuta più del libro: più coinvolgente, più dettagliata, si conoscono meglio i protagonisti delle cassette. Paradossalmente, ho empatizzato più con loro che con Hannah! Non so bene come spiegarmi, ma ho parlato con altre persone che hanno seguito la serie e la pensano esattamente come me. Hannah poteva salvarsi, se non si fosse isolata. E io lo so, perché sono la prima ad essersi isolata e aver desiderato di sparire, ma ho chiesto aiuto ed eccomi qua!

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