Stephen King, qualcosa sul maestro dell’horror!

Stephen King, qualcosa sul maestro dell’horror!
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Salve a tutti! Dopo alcuni giorni un po’ complicati, eccomi di ritorno. Mi sono accorta di avervi parlato di ben due libri di King, ma mai di lui, per cui eccomi qui con la rubrica degli autori! Attenzione: la sua vita traumatica può spiegare il perché scrive cose così particolari, ahah!

Un’infanzia travagliata

Stephen King nacque a Portland, nel Maine, il 21 settembre del 1947. Ha un fratello maggiore, David Victor, adottato dai coniugi King il 14 settembre 1945.

Nel 1949 il padre, a causa di problemi familiari, esce per una delle sue passeggiate e non farà più ritorno a casa. Questo evento segnerà profondamente il carattere del futuro scrittore, tanto che è possibile trovare in numerosi romanzi, il difficile rapporto padre-figlio.

Negli anni successivi, la famiglia si spostò spesso e la madre lavorò moltissimo per assicurare una buona educazione ai figli. Permise così al giovane King di iniziare a scrivere le sue prime storielle horror. Di quel periodo, King dice:

Non possedemmo mai un’automobile, ma non saltammo mai un pranzo.

Oltre che dall’abbandono del padre, la sua infanzia fu segnata anche dalla morte di un suo amico, all’età di quattro anni. I due stavano giocando vicino ad una ferrovia quando l’altro bambino cadde sui binari e venne travolto. King tornò a casa in stato di shock, senza ricordare nulla.

I primi passi nella scrittura

Durante la scuola, si ammalò gravemente, tanto che la madre decise di farlo studiare a casa. Fu proprio in quel periodo che cominciò a scrivere racconti. Il primo trattava di quattro animali a bordo di una vecchia automobile, che avevano il compito di aiutare i bambini.

La passione per l’horror e la fantascienza arrivò intorno ai 10 anni, dopo la visione di un film sugli alieni. Cominciò allora a leggere gli autori più classici per quei generi, da E. A. Poe a H. P. Lovecraft e Matheson. Inviò un suo racconto ad una rivista fantascientifica, ma non venne mai pubblicato.

Alla Lisbon High School venne nominato direttore del giornale scolastico The Drum, in coppia a Danny Emond. Il giornale aveva scarso successo, ma costò una punizione a Stephen King: ebbe l’idea di realizzare un giornale umoristico prendendo in giro i vari professori. “The village vomit”, nuovo nome del giornale, fu un successo, ma i professori, privi di “sense of humor” lo misero in punizione per una settimana. Al termine della stessa, il giovane scrittore venne però contattato da un vero giornale, il Lisbon Enterprise, settimanale di Lisbon. Inizierà qui a scrivere sugli incontri sportivi, apprendendo tecniche per una buona scrittura.

Tanti fallimenti

Nel 1967, a 19 anni, vendette per la prima volta, a 35 dollari, un racconto a una rivista professionale: si tratta di “The Glass Floor”, pubblicato da Robert Lowndes su “Startling Mistery Stories”. Nel frattempo, tra i 16 e i 22 anni, scrisse quattro romanzi, mai  pubblicati. Nell’estate del 1969, lavorando nella biblioteca dell’università, conobbe Tabitha Jane Spruce, poetessa e laureanda in storia, che avrebbe sposato il 2 gennaio 1971 a Old Town.

Durante gli anni 70 nacquero i suoi primi due figli e divenne insegnante di lettere alla Hampden Academy, ma ebbe molti problemi di salute, causati anche dall’abuso di alcool.

Finalmente… Carrie! 

Nel 1974, incoraggiato dalla moglie, manda il romanzo Carrie ad una casa editrice, senza troppa fiducia ma, contro ogni aspettativa, il libro fu un successo incredibile.

I successivi Le notti di Salem (Salem’s Lot) (1975) e Shining (1977) furono dei successi ancor maggiori: il primo vendette oltre tre milioni di copie, il secondo superò i quattro milioni. Nel giro di quattro anni, il non ancora trentenne King è passato dal sopravvivere con il modesto stipendio di insegnante da 6 000 dollari annui a guadagnare milioni con i diritti d’autore e i diritti cinematografici.

Ma fu proprio in questo periodo di crescente successo e di affermazione personale che la madre di King morì di cancro, evento che causò nello scrittore seri problemi di dipendenza da alcool e cocaina, arrivando persino a pronunciare il discorso di addio al funerale della madre da ubriaco. La sua tossicodipendenza venne a lungo sottovalutata, perché non incideva in alcun modo nella sua creatività e solo nel 1987 l’intervento di familiari e amici diede inizio ad un faticoso processo di disintossicazione, che durò oltre un anno.

L’incidente

Il 19 giugno 1999, lo scrittore stava passeggiando, come di consueto, quando venne investito da Bryan Smith, un quarantaduenne con dozzine di precedenti incidenti stradali, alla guida di un minivan Dodge blu, distratto dal suo rottweiler che era saltato sul sedile.

A King vennero diagnosticati diversi gravi traumi fisici: polmone destro perforato, gamba destra fratturata in almeno nove punti, tra cui ginocchio e anca, colonna vertebrale lesa in otto punti, quattro costole spezzate e lacerazione del cuoio capelluto. Uscì dall’ospedale il 9 luglio 1999 , dopo tre settimane dal ricovero.

Dopo aver accettato in un primo momento le scuse dell’investitore, King decise di denunciarlo per fargli ritirare la patente e acquistò il veicolo per 1.600 dollari, nella prospettiva di sfasciarlo una volta recuperate le forze fisiche.

King non era più in grado di lavorare alacremente come in precedenza, ma questo non lo fermò ed è rimasto comunque uno degli scrittori più prolifici esistenti, scrivendo anche dei romanzi sotto altri pseudonimi.

Qualche notizia interessante!

La casa di King

Come per J. K. Rowling, sono andata alla ricerca di curiosità interessanti sul mio beniamino dell’orrore e devo dire che ne ho trovate moltissime! King è davvero una persona sorprendente in quanto a stupore!

-Alle medie, scriveva brevi racconti e li vendeva ai compagni di scuola! Quando però i professori lo scoprirono, sequestrarono tutto il materiale e lo costrinsero a risarcire gli altri studenti. Chissà che faccia hanno fatto quando è diventato uno degli autori più amati al mondo?

-King ha dichiarato di scrivere 362 giorni all’anno, riposando solo nei giorni del 4 di luglio, di Natale e per il suo compleanno. Ma nel saggio On Writing lo scrittore ha confessato di aver mentito: in realtà raramente passa un giorno senza che scriva. Beh, complimenti, non c’è che dire!

-Durante un’intervista, lasciò questa dichiarazione che io, in quanto amante della Disney, non potevo trascurare:

“Bambi” è il primo film che abbia mai visto, mi ha portato mia madre e mi sono innamorato del cinema, della sala buia, di quella situazione così magica. Con “Bambi”, Walt Disney ha spaventato molte più persone di quanto abbia fatto io.

Nicholson in Shining

-Non ha apprezzato lo Shining di Kubrick. King definì la pellicola “fredda e distaccata”, diametralmente opposta all’opera originale. Disse poi che, dal suo punto di vista, aveva trovato Jack “completamente pazzo fin dalla prima scena”, cosa che ho sempre pensato anche io, nonostante adori quel film. Ma a Nicholson si perdona tutto.

-King compare spesso nei film tratti dalle sue opere, un po’ come Stan Lee nei film Marvel.

-Una volta, una signora lo fermò durante la spesa, rimproverandolo per i contenuti macabri dei suoi racconti. Disse che lei preferiva storie che fanno sentire bene, come Le ali della libertà. King ne fu divertito, perché quel film è tratto da un suo racconto, ma la signora non credette a quell’affermazione e lui si beccò anche del bugiardo!

Why?

Ma perché mi piace tanto Stephen King? Magari, qualcuno che non lo apprezza o non ama molto il genere horror, si chiederà che cosa piace a me e agli altri fan di questo autore.

Innanzitutto, adoro il fatto che sia pieno di idee. Ragazzi, ha pubblicato più di 50 romanzi, escluse le raccolte di racconti e i saggi e un numero così elevato non è da tutti. Di certo non lascia noi fan troppo tempo ad aspettare un libro, vero George Martin?

Poi, King sa scrivere, sa raccontare. Come ho già detto sulla recensione di Misery, è un autore in grado di farti provare ciò che prova il protagonista in quel momento e penso sia una caratteristica molto importante. Non mi piace leggere qualcosa e sentirmi totalmente estranea ai fatti, quella storia è lì per me e io voglio viverla. Ecco, lui ci riesce. Ciò che ho letto di lui mi è rimasto impresso da subito.

“Ma King scrive storie paurose!” Beh, sì. Ma non solo, come accennato nell’ultima curiosità, è in grado di spaziare tra i generi. Magari ci lascia quel tocco di fantasy e di magico, ma non è sempre tutto un “mostro-clown-assassino”. Pensate solo che Il miglio verde è opera sua!

Attenzione, comunque: non tutto ciò che ho letto di King mi è piaciuto e ammetto che abbia dei limiti, a volte ti delude tantissimo sul finale e via dicendo… Non voglio assolutamente affermare che sia il migliore del mondo in assoluto, ma è uno dei migliori per me!

Un abbraccio e alla prossima!

S.

/ 5
Grazie per aver votato!

2 Comments

  1. Rosy

    King il maestro dell’ horror e della scrittura, come non amarlo.
    🙂

    • BooksRoom

      Chiedilo a Giulia!

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