Le fiabe come non le conosciamo -Cappuccetto Rosso

Le fiabe come non le conosciamo -Cappuccetto Rosso
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Salve a tutti e buon lunedì!

Scommetto che sentivate la mancanza della mia rubrica sulle fiabe! A quanto ho visto, l’articolo su La Bella Addormentata ha traumatizzato un po’ di gente… Scusate, non era il mio intento! O forse sì? 😉 Penso sia stato un impatto brutale perché la Disney ci ha abituati ad un altro tipo di storia, in quel caso. Oggi invece voglio parlarvi di Cappuccetto Rosso, di cui non abbiamo un vero e proprio classico Disney. Quindi niente paragoni con quell’azienda!

La trama più comune

Questa è una fiaba che tutti, ma proprio tutti conoscono. Ce la raccontano sin da piccolissimi, insegna a non fidarci degli estranei, cosa molto importante per i bambini. È una storia presente in ogni libro di fiabe, insieme a quella dei tre capretti e via dicendo.

Cappuccetto Rosso è una bambina che vive con la sua mamma in una casetta vicino al bosco e porta un cestino pieno di cose buone alla nonna ammalata. Nel bosco intanto incontra un lupo nero che con l’inganno si fa rivelare dove abita la nonna. Il lupo arriva prima di lei alla casetta e bussa alla porta, si presenta alla nonna come la nipote, apre la porta senza dire una parola e se la mangia in un boccone. Cappuccetto Rosso lo trova a letto travestito da nonna e viene a sua volta divorata in un sol boccone. Poi arriva il cacciatore amico della nonna, che taglia la testa al lupo e gli apre la pancia. Subito escono la nonna e Cappuccetto Rosso. Il cacciatore intanto prende il lupo stordito e si avvia verso casa.

Ora, da piccola, c’erano tanti punti che non mi tornavano. Perché la mamma la mandava da sola nel bosco se era una bambina? Come ha fatto la nonna a non riconoscere che la voce non era di sua nipote? Come ha fatto Cappuccetto a scambiare il lupo per la nonna? E, soprattutto, come ha fatto il cacciatore ad aprire il lupo e tirare fuori due persone intere? Davvero, mi ponevo queste domande e mi sentivo rispondere di non pensarci. Ma era più forte di me!

La versione di Perrault 

Questa è la versione scritta più antica: quelle precedenti erano tramandate oralmente. La troviamo nella raccolta I racconti di mamma Oca ed è molto più breve di quella elaborata dai Grimm. E, soprattutto, differisce da quella che noi conosciamo perché non vi è un lieto fine. La trama è come la conosciamo. La mamma manda sua figlia dalla nonna malata per portarle da mangiare. Durante il tragitto, la bambina incontra il Lupo che appare gentile e cordiale, ma in realtà vorrebbe mangiarsela.

I due parlano, perché Cappuccetto non sa quanto sia pericoloso parlare con gli estranei e gli racconta che sta andando dalla nonna. Allora il lupo le dice che anche lui vuole andarla a trovare, prendendo due strade diverse si sarebbero ritrovati alla casa. Il lupo, giunto a casa della nonna, si finge Cappuccetto e, appena in casa, divora la nonna. Quando la bambina arriva dalla nonna, trova il lupo travestito; alla famosa frase “che denti grandi hai!” lui la divora in un boccone. E così finisce…

Da questa storia si impara che i bambini, e specialmente le giovanette carine, cortesi e di buona famiglia, fanno molto male a dare ascolto agli sconosciuti; e non è cosa strana se poi il Lupo ottiene la sua cena. Dico Lupo, perché non tutti i lupi sono della stessa sorta; ce n’è un tipo dall’apparenza encomiabile, che non è rumoroso, né odioso, né arrabbiato, ma mite, servizievole e gentile, che segue le giovani ragazze per strada e fino a casa loro. Guai! a chi non sa che questi lupi gentili sono, fra tali creature, le più pericolose!

Nessun cacciatore o taglialegna che affetta il lupo e salva le due povere protagoniste, solo questo sinistro avvertimento. Abbastanza inquietante per dei bambini! Ed ecco che, però, arrivarono i Grimm…

La versione dei Grimm 

Questa, invece, è quella che conosciamo noi tutti. Inizia sempre allo stesso modo. Nel bosco, Cappuccetto incontra il lupo e fa un pezzo di strada con lui. Gli racconta della focaccia e della nonna malata e lui non pensa ad altro che a mangiarsi la bambina. Così, per distrarla, le fa notare quanti bellissimi fiori ci siano per la strada e che era un peccato che lei non se ne stesse accorgendo. Ovviamente, essendo una bambina, si lascia abbindolare e si attarda a raccogliere fiorellini e a cercare i più belli. Il lupo invece va dalla nonna e, come sappiamo, se la mangia, per poi indossare i suoi vestiti.

E qui parte la scena del “che occhi grandi che hai, nonna”, “che orecchie grandi che hai” e via dicendo. Il lupo, uscito allo scoperto, si mangia Cappuccetto con immenso piacere. Poi, con lo stomaco pieno, crolla sul letto della nonna e si addormenta. Sapete, l’abbiocco post pranzo! Succede anche a me! Comunque, dorme e russa molto forte, tanto da attirare l’attenzione di qualcuno fuori. Questo qualcuno, in una prima versione dei Grimm, era un cacciatore, mentre in quella più recente, sempre loro, è un taglialegna. In ogni caso, è un amico della anziana nonnina.

Insomma, lui sente russare e pensa “ammazza la nonna, come russa forte, meglio andare a vedere se sta bene e ha bisogno di qualcosa!”. Così entra e vede il lupo; decide bene di aprirgli la pancia mentre dorme, da cui escono nonna e nipote, totalmente intere. Non contenti, riempiono la pancia del lupo di grossi sassi e la ricuciono. Quando lui si sveglia (!) cade a terra per il peso e muore, così il cacciatore se ne va con la pelle.

Abbastanza credibile che sia rimasto addormentato e vivo mentre gli aprivano la pancia, ma tant’è!

Il significato di Cappuccetto Rosso

Eh no, pensavate davvero che vi avrei lasciati con il lieto fine e basta? Illusi. E credevate sul serio che il messaggio fosse solo “non parlate agli estranei”? No no, immergetevi nella psicologia insieme a me! Questa visione me la mostrò mio fratello, anni fa e ho fatto ricerche a riguardo, trovando molti riscontri.

Se avete letto con attenzione la morale di Perrault che ho riportato sopra, vi verrà in mente qualcosa… ma un qualcosa che raramente ha a che fare con le fiabe come le intendiamo noi. Esatto. È una morale che potrebbe aiutare i genitori a parlare con i propri figli dei pedofili e dei predatori sessuali. Cappuccetto Rosso è una preadolescente appena sviluppata (il colore rosso della mantellina rappresenterebbe il ciclo), ma è ancora piccola dal punto di vista psico-emotivo. Questa immaturità la rende vulnerabile alle attenzioni altrui.

La storia insegna ai piccoli che non sempre ci sono gli adulti ad avvertirli e a difenderli, che devono tenere gli occhi aperti perché il bosco, nonostante sia pieno di pericoli, deve essere necessariamente attraversato. Qui, infatti, il bosco rappresenta proprio il passaggio dall’età infantile a quella adulta. Il lupo non la mangia letteralmente, ed è per questo che non viene nessun cacciatore ad aprirlo per salvarla… Le fa del male in un altro modo, un modo orribile, indicibile.

Concludendo

Insomma, io penso sia un messaggio importantissimo da far arrivare ai più piccoli, cercando di non impressionarli troppo. Ricordo di un evento di questo genere alle elementari, non da noi, ma ne parlavano i tg. La maestra ci fece mettere in terra, a cerchio, spiegandoci in modo non traumatico perché dovevamo stare attenti agli adulti che non conoscevamo. Non credo che ci parlò di Cappuccetto Rosso, però il senso della fiaba è questo.

Ne eravate a conoscenza o, come me, siete caduti dal pero leggendolo? Io davvero, a volte credo di essere troppo ingenua per il mondo.

Spero vi sia piaciuto questo articolo, alla prossima!

S.

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Grazie per aver votato!

4 Comments

    • BooksRoom

      Grazie mille, adoro scrivere questa rubrica!

  1. Addicted Of Books

    Conoscevo già la versione senza lieto fine… diciamo che quando l’ho scoperto è stato un trauma ahahha

    • BooksRoom

      Vero!! Però è un’utile morale!

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