La lunga marcia – Stephen King

La lunga marcia – Stephen King
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La lunga marcia Book Cover La lunga marcia
Stephen King
Horror distopico
Marcia, Stephen King, Premio, Garraty
1979

Dai confini con il Canada sino a Boston a piedi, senza soste. Una sfida mortale, con un regolamento implacabile, per cento volontari: un passo falso, una caduta, un malore.., e si viene abbattuti. Ma chi riesce a tagliare il traguardo otterrà il Premio. Tra i partecipanti, fra cui spicca il sedicenne Garraty, si creano rapporti di sfida, di solidarietà e di lucida follia, lungo il terribile percorso scandito dagli incitamenti della folla assiepata ai margini della strada.

Ben ritrovati!

Come state, cari lettori? È arrivato il caldo da voi? Qui, ancora, si sta abbastanza bene, soprattutto la sera e spero rimanga così per un po’! Come vi avevo già anticipato nella www di mercoledì, oggi vi parlo dell’ultimo libro che ho letto. Dopo molto, troppo tempo, ho ripreso in mano un’opera di Stephen King e devo dire che mi era mancato! Cercherò di parlarvene abbastanza rapidamente, onde evitare spoiler.

La lunga marcia

Allora, ho trovato questo libro in uno scatolone abbandonato da mio fratello nel garage e non lo avevo mai sentito nominare prima. Devo dire però che la trama mi ha colpita subito. Come ormai saprete, io sono un’ammiratrice di King e adoro soprattutto quando parla di orrore realistico. Non per niente, il mio romanzo preferito scritto da lui è proprio Misery. Niente mostri, niente spettri, solo la follia e la cattiveria dell’uomo verso i suoi simili. Non che i romanzi più di fantasia non mi piacciano, non mi fraintendete!

Comunque, io sono una persona molto sedentaria: se posso muovermi con i mezzi piuttosto che a piedi, sono felice. Camminare è proprio un’attività che non sopporto molto, anche se nell’ultimo anno il mio odio si è un po’ allentato. Cioè, se serve, vado a piedi, ecco tutto. La lettura di questo libro, però, non aiuta di certo chi, come me, non ama molto muoversi a piedi! Garraty è il protagonista che decide volontariamente di partecipare alla Lunga Marcia, una camminata interminabile, senza la minima sosta. I partecipanti sono cento, ma solo uno arriva alla fine… Fine che in realtà non esiste. La Marcia finisce quando il 99esimo partecipante viene congedato. 

Avete capito bene: niente soste. Ai ragazzi viene dato un cinturone ogni mattina, con pasti concentrati e borracce di acqua, che devono consumare camminando. Anche i bisogni fisiologici devono essere soddisfatti continuando a camminare! Chi scende sotto una certa velocità, viene ammonito; chi si ferma, viene ammonito; chi litiga viene ammonito e così via, dopo tre ammonizioni vi è il congedo, che non è altro che un tranquillo colpo di fucile

Nonostante sia sconsigliabile stringere amicizie durante la Marcia, Garraty si affeziona ad alcuni partecipanti, che diventano i Moschettieri. Soprattutto con uno di loro si crea un forte legame, si salvano la vita a vicenda svariate volte, ma alla fine solo uno di loro vincerà il Premio. Questo ambitissimo Premio sembra essere, a prima vista, il motivo per cui questi giovani vogliono partecipare, ma alla fine si scopre che non è così. Ognuno di loro ha una motivazione diversa, più o meno profonda. 

Il romanzo è ambientato nel Maine, come la maggioranza di quelli scritti da King, ma non si capisce bene in che epoca. Sembra essere un’America distopica, comandata da un certo Maggiore, un militare dittatore. Chi si mette contro il governo, viene portato via dalle Squadre e giustiziato, quindi non è proprio un bel mondo in cui vivere.

Cosa ne penso io

Beh, che dire. Ho sofferto moltissimo nel leggerlo. Ho sudato, ho provato i dolori alle gambe e ai piedi come il protagonista, ho avuto sete e mal di pancia insieme a lui. Solo King mi ha fatto provare queste sensazioni di disagio, ricordate la mia recensione di Misery

Descrive in maniera eccellente le sofferenze dei marciatori, l’assenza di sonno. Sono stata malissimo nell’immaginare questi ragazzi che sonnecchiano mentre camminano, senza poter rallentare troppo il passo. Garraty addirittura sogna, o meglio, fa dei sogni misti ai ricordi della sua infanzia. Mi è parso di provare le sue stesse sensazioni, il caldo, il gelo della notte… 

Se siete amanti del genere, ve lo consiglio caldamente. Non è affatto lungo e si legge molto bene. Ciò che trasmette non è paura, o meglio, non è la paura che può trasmettere un clown assassino o una stanza infestata. Un altro genere di terrore si impossesserà di voi, se leggerete La lunga marcia.

Spero vi sia piaciuto il mio articolo e a presto!

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