Le fiabe come non le conosciamo: Cenerentola

Le fiabe come non le conosciamo: Cenerentola
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Buonasera a tutti e buon inizio settimana! Spero che il vostro lunedì sia stato positivo, nonostante oggi fosse il famigerato Blue Monday. Pare che sia la giornata più triste dell’anno, anche se non so perché e chi lo ha deciso! In realtà, ne sento parlare solo da un paio di anni o poco più… Onestamente non ci credo molto, ma ammetto che stamani ero davvero molto giù di morale!

Oggi voglio parlarvi di un argomento mi sta molto a cuore: le fiabe e i vari adattamenti che esistono al mondo. Io sono cresciuta a pane e Disney ed è stato abbastanza traumatico leggere le versioni originali di tali storie! Alcune addirittura hanno un finale diversissimo e decisamente cruento. Ho deciso di iniziare con una delle mie preferite: Cenerentola. E via!

Cenerentola

Cenerella Cenerella, la versione Disney

Quella che tutti, ovviamente, conosciamo è la versione di Walt Disney, datata 1950. Una bambina dolce e bella rimane orfana di mamma; il papà sposa una donna, anch’essa vedova e con due figlie, brutte e antipatiche. Anche il papà muore e Cenerentola diventa una serva in casa sua. Viene trattata male per invidia della sua bellezza e del suo carattere dolce, ma mai si ribella. In fondo al suo cuore lei vuole bene alla sua “famiglia”. Ha gli amici animali, canta con loro, la aiutano nelle faccende e le cuciono l’abito per il ballo. Poi le sorellastre glielo distruggono (trauma infantile).

Arriva la fata Smemorina, Bibidi Bobidi Bu, la zucca carrozza, i cavalli e il meraviglioso abito. La scena della trasformazione del vestito di Cenerentola è uno dei punti più alti della storia dell’animazione, non che la preferita di Disney. Cenerentola va al ballo, danza con il principe, si innamora di lui, a mezzanotte fugge e perde la scarpetta. Il re mobilita allora tutte le sue guardie per far provare la scarpetta al regno, perché vuole che il figlio si sposi… La matrigna tenta in tutti i modi di tenere Cenerentola lontana, chiudendola nella torre. I topini però, aiutati da il cane Tobia, la liberano. A Cenerentola calza a pennello e si sposa col principe. Happy ending, non si sa che fine facciano la matrigna e le sorellastre, siamo solo felici per lei.

Ma come andò veramente nelle versioni originali?

Le origini della fiaba

Cenerentola ha origini molto antiche, più datate della versione di Perrault. È già presente nella tradizione egiziana. Claudio Eliano, ad esempio, riporta la Fortunata storia dell’etera Rodopi (o Rodope) nell’Egitto della XXVI dinastia. La ritroviamo poi addirittura in Cina, nella storia di Yeh-Shen, raccontata da Tuan Ch’ing-Shih. Da questa versione, deriva il dettaglio dei piedi piccoli della protagonista. Nella cultura cinese, infatti, erano segno di nobiltà e lei aveva i piedi più piccoli del regno. Nella versione occidentale, invece, questo dettaglio è andato perso e non si capisce come il principe sia convinto che la scarpa possa calzare ad una sola ragazza.

In Italia la prima versione scritta della fiaba è quella di Giambattista Basile, pubblicata nel 1634 con il titolo La gatta Cenerentola. Diversa è invece la versione di Charles Perrault della seconda metà del XVII secolo. Perrault depura la versione di Basile da alcuni aspetti aspri e crudi al fine di renderla più adatta a essere raccontata a corte presso il re di Francia. La versione dei fratelli Grimm è del 1812 con il titolo di Aschenputtel, dove Cenerentola non ha la stessa dignità regale della versione di Perrault, ma è molto più umana. Anche il finale è completamente diverso da quello di Perrault[5] e la scarpetta in questa versione è d’oro. Fra le altre versioni si possono ricordare in particolare Il vasetto magico (fiaba persiana), Vasilisa la Bella (fiaba russa), Peldicenere (fiaba inglese), Natiki (fiaba africana). Gli elementi variabili sono numerosi; si può correttamente dire che ogni gruppo sociale e ogni popolo abbia rimaneggiato alcuni elementi della favola, enfatizzandone alcuni ed eliminandone o modificandone altri in modo da riflettere la stessa situazione generale in contesti sociali e storici diversi.

La versione di Perrault 

Questa non dista molto dal film di Disney, in realtà. Il padre, vedovo, sposa una donna crudele con due figlie altrettanto cattive. Ha una figlia però bellissima e gentile, come era la mamma, descritta come la donna migliore al mondo. Dopo le nozze, la matrigna e le sorellastre danno sfogo alla loro crudeltà e trattano Cenerentola come una serva. In questa versione non si spiega se il padre muoia o meno, ma credo di no.

Comunque, il re dà un ballo per far maritare il figlio. Le sorellastre prendono in giro Cenerentola, chiedendole se volesse andarci. Ma lei sa quale sia il suo posto e le aiuta solo a prepararsi, vestendole e pettinandole. Una volta uscite, si mette a piangere, perché davvero vorrebbe andare con loro. E, come da tradizione, arriva la fata, che la trasforma in principessa, le crea la carrozza e i servitori e la manda al ballo. Il principe non balla che con lei e, poco prima di mezzanotte, lei torna a casa. Finge di essersi appena svegliata quando tornano le sorelle, che le raccontano della principessa misteriosa.

La sera dopo, altro ballo, stessa storia. Abito ancora più sfarzoso e scarpine di vetro. Ma quella sera, Cenerentola non si accorge del tempo che passa e fugge a mezzanotte, perdendo la scarpina… e da qui, il finale è il classico, anzi: Cenerentola sposa il principe e, essendo buona, fa sposare le sorelle e le ospita a palazzo.

La versione dei fratelli Grimm

Qui le cose si fanno più dark, verso la fine. Intanto, non è la fata a trasformarla, ma un uccellino che si posa sull’albero cresciuto sulla tomba della madre. Lui esaudisce i suoi desideri quando lei va a pregare lì, dalla madre. Dopo aver saputo delle tre serate di festa organizzate dal re, ovviamente, Cenerentola aiuta le sorelle. Chiede di andare anche lei, ma la matrigna le ride in faccia, dicendo che si dicendo:

Scrollati pianta, stammi a sentire,
d’oro e d’argento mi devi coprire!

E così è, l’uccellino la copre con un abito d’oro e d’argento e scarpe di seta. Il principe balla solo con lei per tutto il tempo. La sera dopo, stessa scena, dopo che le altre escono per tornare alla festa. Stavolta, l’uccellino le dà un abito ancor più bello e il principe, di nuovo, balla solo con lei. Il terzo giorno, idem: viene vestita con un abito lussuosissimo e scarpe d’oro. La notte, lei scappa ma perde la scarpetta, perché il principe ha fatto cospargere la scalinata di pece e le rimane appiccicata.

La fine

Il giorno dopo, il principe si reca a casa di Cenerentola per far provare la scarpina alle sorelle. La maggiore la prova in camera con la madre, ma non le entra l’alluce. La madre glielo taglia, dicendole che da regina non avrebbe dovuto camminare. In quel modo, la scarpa entra e il principe la porta via con sé, ma le colombe amiche di Cenerentola lo fermano:

Voltati e osserva la sposina:
ha del sangue nella scarpina,
per il suo piede è troppo stretta.
Ancor la sposa in casa t’aspetta.

Lui guarda e vede del sangue sgorgarle dal piede, allora la riporta indietro. La sorella minore prova la scarpa, ma non le entra il calcagno: così, come la precedente, se lo taglia e la calza perfettamente. Il principe (un po’ tardo) la porta via con sé, ma di nuovo le colombe cantano:

Voltati e osserva la sposina:
ha del sangue nella scarpina,
per il suo piede è troppo stretta.
Ancor la sposa in casa t’aspetta.

Si volta, vede nuovamente la scarpa insanguinata e riporta indietro la seconda sorella. Al che il principe chiede all’uomo se avesse un’altra figlia. Lui risponde no, c’è Cenerentola, la figlia della mia prima moglie, ma è una sguattera e non può essere lei. Il principe insiste e fa provare la scarpa alla bella fanciulla, che ovviamente la indossa senza problemi. La matrigna e le sorellastre impallidiscono mentre Cenerentola va via con lui, a cavallo. Le colombe che avevano avvertito il principe le si posano sulle spalle, una a destra e una a sinistra. Il giorno delle nozze, le sorelle di Cenerentola stanno ai suoi fianchi e le colombe cavano loro gli occhi per punirle delle cattiverie.

I traumi!

Insomma, rispetto alle varie trasposizioni a cui ero abituata, è stato decisamente traumatico leggere la versione dei Grimm. Ho comprato poco tempo fa la raccolta completa e ci sono tantissime fiabe, in versione non troppo addolcita. Inizialmente, la cosa che più mi inquietò fu proprio il finale, con le colombe che strappavano via gli occhi alle sorellastre. Lo spirito di bontà e gentilezza che aleggia nel film Disney, qua non c’è. Cenerentola subisce e non è quella che sogna e spera fermamente: anzi, piange spesso e prega. E alla fine non perdona… Io preferisco la Cenerentola che subisce, sempre gentile e forte, ma che alla fine perdona. Cosa che non tutti saprebbero fare.

Ma poi, leggendo altre versioni, c’è qualcos’altro che mi ha dato fastidio. Nei vari film che ho visto, dal Disney del 1950, a quello del 2015, Cinderella Story con Hilary Duff, La leggenda di un amore con Drew Barrymore c’era un elemento preponderante. Ossia, il papà. Il papà di Cenerentola che muore, spezzandole il cuore, perché era un padre esemplare, che la amava follemente. Nelle versioni di Perrault e dei Grimm, il padre sposa la matrigna e vive, permettendo alla nuova moglie e alle figliastre di trattare Cenerentola come una schiava. E la cosa non mi piace! Che padre del cavolo, insomma! Ora però capisco perché Disney lo fece morire, modificandone la storia.

Tu sogna e spera fermamente…

Cenerentola è una delle mie fiabe preferite, al primo posto insieme a La Bella e la Bestia. Come ho già scritto, preferisco di gran lunga la versione del vecchio Walt. Così piena di speranze, di sogni, di ottimismo per il futuro. Perché, per quanto possa andare male, nessuno può toglierci i nostri sogni… è un pensiero che amo, ma che non sempre riesco a ricordarmi. Penso che da oggi me lo ripeterò più spesso. So bene che non basta sperare per realizzare i nostri sogni, non arriva davvero la fata Madrina, però ecco, aiuta.

E voi? Conoscevate le altre versioni? Quale preferite? Cosa pensate di Cenerentola? La credete una debole o una forte?

Per oggi è tutto, buonanotte e buon martedì!

 

S.

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Grazie per aver votato!

2 Comments

  1. Gioia

    Anche io preferisco quella di Walt. Dee altre ne avevo sentito parlare ma non le conoscevo fino in fondo.
    Articolo bello ☺

    • BooksRoom

      Grazie! Beh sì, Walt l’ha addolcita un po’… vedrai per le altre!

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