Narrativa contemporanea
Longanesi
2015
Cesare Annunziata è quello che un giovane definirebbe senza troppi problemi un vecchio rompiscatole. Settantasette anni, vedovo di Caterina da cinque, Cesare è in realtà un uomo che ha deciso, alla sua età, di fregarsene dell'opinione altrui. La gente in fondo non gli è mai piaciuta, si fa i fatti suoi e con la propria vita intrattiene pochi bilanci, perlopiù improntati a una feroce ironia, forse per il timore che non tornino.
Cesare non ha dimestichezza con i bilanci e men che mai con quelli sulla sua vita. È un tipo che sa farci ridere e piangere nello stesso momento: un uomo burbero ma amabile, cinico e profondo, con un modo tutto suo di vivere la “vecchiaia” che ti toglie qualsiasi paura nel sentirla sempre più vicina, quasi fosse un’ amica che, se riesci a prendere sottobraccio, può diventare perfino godibile.
Il racconto si snoda all’interno di un condominio con i suoi protagonisti maschili e femminili che fanno da cornice all’esistenza del protagonista. C’è Marino, il vecchietto nevrotico; Eleonora la gattara; poi c’è Rossana, l’infermiera del corpo e del “cuore”, che arrotonda le entrate con attenzioni a pagamento ai vedovi del quartiere. Solo l’arrivo di Emma, una giovane che irromperà nella vita di Cesare quasi con prepotenza, tale sarà il coinvolgimento emotivo che riuscirà a provocare nel burbero anziano, riuscirà ad animare la vita del condominio di un quartiere qualunque di Napoli.
La storia si dipana così fino all’epilogo finale che ci lascia emozionati e grati all’autore per averci fatto riflettere su temi di una attualità disarmante quali la solitudine, la vecchiaia, l’omosessualità, il femminicidio, la famiglia, l’amicizia e l’amore.
“Chi si lamenta della vecchiaia è un demente.Anzi, no, cieco mi sembra più azzeccato… perché l’alternativa è una sola e non mi sembra auspicabile… Insomma ad un certo punto della vita si apre un mondo fino ad allora inaccessibile, un luogo magico popolato da gente gentile e premurosa. Eppure la cosa più preziosa che si conquista grazie alla vecchiaia è il rispetto… quello che permette ad ogni uomo di raggiungere una meta per molti inarrivabile: fare della propria vita ciò che si vuole.
Mi chiamo Cesare Annunziata, ho settantasette anni e per settantadue anni e centoundici giorni ho gettato nel cesso la mia vita. Poi ho capito che era giunto il momento di usare la considerazione guadagnata sul campo per iniziare a godermela sul serio”.
Buona lettura!