Piccola enciclopedia delle ossessioni – F. Recami

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Piccola Enciclopedia delle ossessioni di Francesco Recami

Oggi vi parlo di un libro di un autore che adoro, Francesco Recami. Sì, proprio lui, quello de “Le case di ringhiera”, “Il segreto di Angela”,”Il caso Kakoiannis Sforza” ecc.

Il pregio di Recami è quello di raccontare l’Italia e gli italiani nella loro evidente semplicità, elencando le abitudini, le manie, le “ossessioni” che attanagliano ciascuno di noi nello svolgersi degli adempimenti quotidiani.

Grande maestro nell’aver creato Amedeo Consonni, il tappezziere in pensione de “La casa di ringhiera”, uomo dalle grandi capacità investigative seppur con le sue risorse semplici e antiquate, in questo libro Recami sciorina tutte le nostre forme maniacali trattandole con sottile ironia .

Il libro comprende nove racconti, nove casi di ordinaria follia, se non fosse che sono nove esempi di come riusciamo a complicarci la vita inutilmente facendo leva sulle nostre convinzioni più profonde ma non per questo considerate tali da tutti.

Incontriamo quindi Enzo Carlo di 55 anni, fumatore, sovrappeso con la “fobia” dell’attacco di cuore sempre in agguato e quindi disposto a “prevenire” quasi tutto… tranne che il caso.

Troviamo poi Sibilla con l’ossessione dell’alimentazione che chiaramente vuole condividere con tutti, pena la rottura della vecchia amicizia. Il padre separato Marco Zei, che si appresta a vivere la vacanza con il figlio pensando di riuscire a fare il padre anche se solo per una settimana, per riscoprirsi alla fine goliardo giovanotto che si avvicina finalmente al figlio in una situazione paradossale che non avrebbe mai lontanamente immaginato.

Su tutti, devo dire, campeggia “La cena estiva”, dove tutte e dico tutte le nostre più subdole manie vengono fuori, ricreando un affresco di chissà quante serate estive trascorse tra amici.

Il racconto è veramente esilarante e “ci racconta” in modo così preciso, puntuale che sembra quasi di essere lì a conversare con gli otto invitati.

Le storie si rifanno al racconto iperreale, ma l’uso che l’autore fa dei nostri vizi (quali lo snobismo e il pressapochismo) danno vita ad una farsa in cui lo spasso, l’allegria e la tragedia convivono allo stesso istante, alternandosi in un’altalena di immagini che sfiorano spesso il delirio.

Grande orchestratore, capace di accomunare i personaggi e le loro forme maniacali è senza dubbio il sentimento universale che appartiene un po’ a tutti noi: l’ansia o se volete quel senso di agitazione incontrollata che vive dentro di noi nonostante nessuno l’abbia invitata, neanche a bere un caffè.

È con l’ansia che noi condividiamo tutto, la forma eccessiva di controllo su tutto e su tutti, quella convinzione assurda e per questo delirante che ci fa credere di essere sempre nel giusto, se non fosse che ciascuno di noi ha come coinquilino la stessa forma di perversa ossessione.

Nel nostro immaginario condominio viviamo quindi tutti accompagnati da un ospite indesiderato e molesto e spesso neanche ci accorgiamo di diventare noi “ospiti in casa nostra” lasciando campo libero a chi non avremmo mai voluto conoscere,quella nevrosi pungente che finisce per fare da padrona.

Buona lettura.

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